Castello Murat

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Il castello Murat prende questo nome da Gioacchino Murat, un generale francese, che fu anche re di Napoli, e che venne giustiziato proprio tra le mura di questa struttura, dopo essere stato prigioniero per diverso tempo. Tutto questo avvenne nel 1815, ma in realtà il castello ha una storia molto più lunga e la sua fondazione risale addirittura al quattordicesimo secolo.

Storia

In origine il castello era composto solo da una torre di avvistamento; questa venne edificata nel 1300 e, così come le altre torri difensive che popolavano la costa tirrenica, entrò a far parte del circuito di difesa dagli attacchi dei pirati saraceni. Nonostante questo, però, gli attacchi da parte dei barbari non smisero di verificarsi e i nobili furono costretti a prendere decisioni più drastiche per la difesa dei propri territori.

Fu nel 1480, dunque, che il re Ferdinando I di Napoli decise di fare una completa rivoluzione e di trasformare ogni torre difensiva della costa in un castello. Fu così che il castello di Pizzo venne costruito e si trasformò nella struttura che ancora oggi vediamo. I paesi vicino ad esso e che si affacciavano sulla costa videro, allo stesso modo, le loro torri venire trasformate in fortificazioni più complesse, con l’aggiunta di altre torri, di cinte murarie e di un corpo centrale. Tutti erano posizionati a spiovente sul mare e si poteva accedere all’interno solo grazie a un ponte levatoio.

Il nome di castello Murat, invece, venne dato solo successivamente. La storia che porta alla morte di Gioacchino Murat è commovente e cruda allo stesso tempo: secondo documenti arrivati fino a noi, il generale avrebbe dapprima scritto una lettera alla moglie e alle figlie e l’avrebbe chiusa in una busta insieme ad alcune ciocche dei suoi capelli. Dopodiché, prima che i soldati sparassero i colpi letali, avrebbe chiesto loro di non bendarlo e di mirare direttamente al petto. Si dice che i soldati, quasi commossi, siano riusciti a sparare i primi colpi e che abbiano volutamente sbagliato mira.

La struttura

Tutte le sale in cui avvenne l’esecuzione sono visibili; si parte dalle celle sotterranee fino alla stanza dove avvenne l’effettiva esecuzione. Attraverso dei manichini e la ricostruzione degli ambienti, è possibile rivivere la tragica scena all’interno dei sotterranei.

Se invece si vuole visitare la parte superiore del castello, è possibile farlo e godere della bellissima vista panoramica sul golfo di Sant’Eufemia e sul vulcano Stromboli, ancora attivo. Rimanendo a godere del panorama, ma volgendo lo sguardo verso la città è possibile ammirarne la piazza principale dove gli abitanti si ritrovano e dove i turisti trovano ristoro.

Come gran parte dei castelli che si affacciano sulla costa tirrenica anche il castello Murat non ha grandi dimensioni. Si compone di un sotterraneo e di un piano superiore e le sue torri non sono più alte di un palazzo.

Leggenda

Spesso costruzioni come castelli o fortezze sono accostate a leggende più o meno antiche e più o meno basate su fondamenta di verità. Il castello di pizzo non è escluso da questa usanza. Si narra infatti che la cerimonia di esecuzione del re Gioacchino Murat fu talmente carica di tensione da aver lasciato il fantasma dell’uomo ancora in giro per il castello.

C’è chi dice di sentire rumori di catene e grida durante la notte. A dire la verità il corpo del re non è conservato nel castello ma in una chiesa e questo basterebbe da sé a fugare ogni dubbio sulla presunta veridicità della notizia. Tuttavia, spesso queste leggende contribuiscono alla fama del luogo ed è sempre un bene lasciare un alone di mistero attorno a qualsiasi storia che sia composta da misteri ancora irrisolti.

I tesori custoditi

Il compito di un castello è anche quello di essere, a suo modo, un museo. Per questo motivo, anche all’interno del castello di Murat trovano spazio alcuni oggetti di valore e pezzi unici e rari. Tra questi, solo per citarne alcuni, è custodito il busto di Gioacchino Murat, fatto interamente in marmo e realizzato dallo scultore Jean J Catex. Oltre a questa scultura, però, il castello ospita anche una collezione di monete e di armi antiche e il pezzo in marmo di una statua equestre di Canova, che ritrae il re Ferdinando IV.